“All’ippica serve una cabina di regia”

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MARIO COSSU, presidente dell’ANACAAD, ha inviato al Ministro Catania e all’Assi-ex Unire la seguente lettera: “Lo sciopero attuato dalle categorie, ha messo a dura prova tutti e particolarmente i proprietari (spesso anche allevatori), ma era necessario per focalizzare l’attenzione collettiva su un problema d’interesse generale: quello dell’ippica italiana. Nessuno di noi si è tirato indietro, pur nella consapevolezza dei limiti di quest’azione, da noi considerata estrema già dallo sciopero del 2008. 
“Riteniamo la concertazione un sistema migliore per cercare una soluzione, la più equa possibile, alle problematiche che da troppi anni tormentano il settore ippico italiano, la cui rilevanza non è ancora ben capita nemmeno da alcuni attori del sistema, i quali sembra non abbiano ben compreso che la stessa ippica d’élite ha bisogno di una base ampia per poter essere considerata tale.
“La filiera ippica rimane lo strumento che può aiutarci veramente ad uscire da un periodo di stallo oramai troppo lungo. L’ANACAAD non si è stancata di proporre tavoli sui quali si possa discutere e far comprendere le rispettive posizioni e ritiene fondamentale riaffermarlo, invitando tutte le componenti della filiera a chiarire la propria posizione al riguardo.
“E’ necessario però che sia costituita una cabina di regia degna di questo nome, capace cioè di riorganizzare un sistema alla deriva. I metodi utilizzati dal 2007 ad oggi, pur contribuendo in modo inequivocabile a mettere a nudo i punti di debolezza del sistema ippico italiano, non sono stati sufficienti a valorizzarne i punti di forza; tanto che stiamo vivendo una situazione paradossale, nella quale corriamo il rischio di perdere l’orientamento e vanificare le, purtroppo poche, positività.
“L’allevamento italiano sta per morire grazie anche a chi vede nei tagli al montepremi una soluzione, mentre noi siamo convinti che la via d’uscita sta nella certezza di un idoneo montepremi e, quindi, nella possibilità di avviare programmi di medio e lungo termine.  
“Non condividiamo, altresì, le proposte sulla rappresentanza unica, che confligge da una parte con la complessità della Filiera ippica (bisogna chiarire quali sono gli attori principali) e dall’altra con la stessa richiesta di un’ASSI composta di tre enti tecnici. 
“Noi dell’ANACAAD, come sempre, siamo a disposizione per aiutarvi, per quanto di competenza, a completare un’analisi già a buon punto e soprattutto a non commettere errori nella sintesi, che richiede molta circospezione e la necessità di non farsi abbindolare dalle “Sirene”.
“Siamo ad un bivio e nessuna delle componenti attive del settore può permettersi di sbagliare percorso, delegando ad altri la difesa dei rispettivi interessi in una Filiera ippica da definire meglio.
“Infatti, fra i motivi che hanno portato il sistema italiano del cavallo sportivo alla decadenza, ci sono proprio la mancanza di limpidezza, le categorie rappresentate in modo fittizio, la confusione dei ruoli. Allevatori e proprietari in questi anni hanno dimostrato grande spirito d’abnegazione, ma è essenziale ricordare che sono elementi vitali per la “filiera ippica” e per l’indotto da essa derivato.
“Signor Ministro, nella cabina di regia è auspicabile la presenza di MIPAAF, MEF e ASSI, con professionalità adatte a lavorare in sinergia e capaci di trovare le migliori soluzioni ai problemi del settore. Non servono riunioni pletoriche ma operative e con un ordine del giorno chiaro.
“I soci allevatori dell’ANACAAD non allevano cavalli virtuali e, quindi, abbiamo tutto l’interesse a cooperare per migliorare il rapporto tra soggetti pubblici e privati, con la mera finalità d’efficaci politiche per il cavallo italiano da corsa e da sella”.


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