Cavallo sportivo, l’ANACAAD scrive al Ministro

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MARIO COSSU, presidente dell’ANACAAD, ha inviato la seguente lettera al Ministro Mario Catania e per conoscenza all’ASSI: “Avendo tutto l’interesse a cooperare per migliorare il rapporto tra soggetti pubblici e privati, con la mera finalità d’efficaci politiche per il cavallo italiano da corsa e da sella, riteniamo indifferibile riprendere un dialogo costruttivo sulla drammatica situazione dell’ippica italiana. Come allevatori di un cavallo italiano, l’anglo arabo, vogliamo capire se ci siano:
1. La volontà, da parte del Governo, di affrontare il problema dell’ippica senza sotterfugi.
2. Il proponimento delle categorie di cercare risoluzioni attuabili e condivisibili, in una seria concertazione con i Ministeri e gli enti territoriali interessati.
3. La capacità di proporre, con trasparenza e spirito costruttivo, qualcosa di diverso che, a partire dal 01 gennaio 2013, consenta di rimpiazzare lo sconforto degli operatori della filiera ippica, con una rinnovata speranza.
4. La voglia essenziale di fare programmi per il futuro.
Senza la necessaria programmazione, infatti, prendono il sopravvento quei personalismi che hanno contribuito fortemente ad incancrenire la situazione e fomentare la sfiducia verso attività produttive importanti e le stesse istituzioni. Il problema dell’ippica è una grave minaccia sull’allevamento italiano del cavallo da corsa e da sella (invero come la spada sulla testa di Damocle), con facilmente intuibili ripercussioni negative sull’economia rurale, sulle attività produttive indotte e per lo stesso erario pubblico.
“Noi chiediamo nuovamente alla S.V. di farsi parte attiva e propositiva nell’istituzione e funzionamento di una “Cabina di Regia”, evidentemente indispensabile per riorganizzare il sistema ippico italiano. 
“Solamente facendo chiarezza sui veri problemi, valutando saggiamente e con la massima sollecitudine punti di forza e di debolezza del sistema attuale, si potrà costruire un futuro degno per tutti, nel pieno rispetto della legalità.
Confidiamo nel Suo impegno e considerata la condizione drammatica di tanti lavoratori e disoccupati, aspettiamo un cortese e sollecito riscontro.”   


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