Cavallo da sella, cosa ne pensa il ministro/1

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PAOLO DE CASTRO, ministro per le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ha dato la risposta scritta che segue all’interrogazione presentata alla fine di luglio dalla sen. Loredana De Petris. Come si ricorderà, la sen. De Petris aveva chiesto spiegazioni sul fatto che gli allevatori non avevano avuto una adeguata rappresentanza nella Conferenza Generale del Cavallo da Sella istituita dall’Unione Nazionale Incremento Razze Equine e sui tagli di bilancio attuati dallo stesso Ente a sfavore del cavallo italiano.

“CON RIFERIMENTO all’interrogazione n. 4-02463, concernente talune problematiche legate alla determinazione del Segretario generale dell’Unire n.134 del 24 maggio 2007, si evidenzia che il provvedimento in questione contempla la sola facoltà di mera consultazione da parte dell’Ente di tutte le Associazioni che compongono in maniera permanente la Conferenza generale.
“Il provvedimento, invece, non attribuisce alcun potere di indirizzo ad alcuna Associazione.
“Un gruppo di Associazioni (Coe, Apice, Anacsi, Giacche Rosse, Anie), definite Gruppo Associazioni Sella e connotate dalla diversità di interessi se pur complementari, hanno sottoscritto tra loro un accordo di partnership che permette all’Ente di conseguire obiettivi generali di economicità, efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa, attraverso l’acquisizione rapida di tutti gli elementi utili per una esaustiva istruttoria dei provvedimenti da adottare.
“Finalità primaria della Conferenza Generale Sella è l’attività che l’Ente sviluppa nel settore dell’allevamento e della crescita delle qualità sportive dei cavalli destinati alle discipline olimpiche (salto ostacoli, dressage, completo).
“In tale ottica, l’Anica non vanta interessi specifici, in quanto i cavalli purosangue arabi sono principalmente destinati alle corse di endurance e alle corse in piano.
“Comunque, tenuto conto che il cavallo purosangue arabo è una componente genetica dell’Anglo-Arabo, l’Ente ha coinvolto l’Associazione seppure in misura limitata alle tematiche di reale interesse.
“L’Anacaad, sigla recente nel panorama allevatoriale, non recluta l’intero mondo del cavallo Anglo-Arabo e sebbene prenda parte come uditrice alle Assemblee generali della Conferenza Internazionale del Cavallo Anglo-Arabo (Cciaa), rappresenta interessi circoscritti e non generali.
“Inoltre, l’Anacaad non detiene il Libro Genealogico di razza, tenuto, invece, dall’Ente.
“Tuttavia, l’Ente ha ritenuto importante aggregare alla Conferenza Generale Sella anche l’Anacaad, ma come per l’Anica limitatamente alle attività consultive relative agli aspetti specifici del cavallo Anglo-Arabo.
“Quanto all’Anam, si evidenzia che il cavallo Maremmano è un soggetto selezionato al di fuori dei criteri imposti dal Disciplinare del Libro Genealogico del Cavallo Sella-Italiano bensì risponde a principi allevatoriali imposti dal proprio Disciplinare.
“La presenza dell’Associazione nell’ambito della selezione del Cavallo Sella-Italiano è di tipo “contributivo”, in quanto è possibile ottenere cavalli registrabili Sella-Italiano mediante un incrocio di uno stallone effettivamente iscritto nel L.G. del Sella-Italiano con una fattrice Maremmana o da un incrocio di uno Stallone Maremmano con una fattrice effettivamente iscritta nel L.G. del Sella-Italiano.
“Ne consegue che anche tale Associazione non è portatrice di interessi di carattere generale.
“Quindi, l’Anica, l’Anacaad e l’Anam sono membri effettivi e permanenti della Conferenza Generale Sella, anche se il loro coinvolgimento si limita a tematiche specifiche, in quanto non portatrici di interessi generali nell’ambito delle predette discipline sportive olimpiche.


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