Dalla Sardegna lettera aperta al ministro Zaia

http://www.cavallo2000.it/detail/dalla_sardegna_lettera_aperta_al_ministro_zaia-id_2062.htm

MARIO COSSU, in Sardegna presidente dell’Associazione Nazionale Cavallo Anglo Arabo e Derivati, ha inviato la seguente lettera aperta al ministro dell’Agricoltura Luca Zaia:
“Ill.mo Signor Ministro
siamo arrivati agli scioperi, una forma di protesta estrema che danneggia tutti ed in modo particolare proprietari ed allevatori, che, per limitare al minimo le perdite, dovrebbero riportare immediatamente i propri cavalli al pascolo e provvedere esclusivamente al loro mantenimento, operazione ancorché onerosa, ma che ci permetterebbe di procrastinare la dichiarazione di fallimento di un’attività, l’allevamento del cavallo in Italia, che finora ha prodotto reddito per il privato e per l’erario, creando condizioni di lavoro per molte migliaia di persone dei settori dell’artigianato, industria, terziario ed alcune professioni che del comparto equino costituiscono parte integrante e dallo stesso traggono energia e sostentamento. Quindi, è un problema di portata nazionale ed interessa i settori del trotto, del galoppo e del sella, di cui fa parte l’anglo arabo.
“Quanto sopra è la conseguenza di quanto l’Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Anglo Arabo e Derivati le aveva esposto nella lettera del 08 maggio u.s. e nella quale, in calce, si riportava:
“Gli allevatori dell’ANACAAD, che vogliono tutelare, incrementare, migliorare una razza che vanta oltre 130 anni di storia e di risultati sportivi importantissimi, ritengono indispensabile ed urgente la costituzione di un Tavolo di crisi, dove possano confrontarsi, nella ricerca di una soluzione condivisa e condivisibile, i rappresentanti delle diverse categorie dell’Allevamento nazionale, dell’U.N.I.R.E. e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali. Questo Tavolo può costituire la naturale sede di concertazione per favorire lo sviluppo coordinato e, quindi, la competitività nel settore del cavallo da sella italiano. Tale consesso dovrebbe ricevere la delega di restituire la dignità e il rilievo che merita ad una parte importante dell’Allevamento Italiano.”.
“Lettera morta, signor Ministro. Le chiediamo comunque di tenerci in considerazione, quando vorrà rincontrare “tutte” le categorie del comparto ippico, come la mattina in cui ha firmato il decreto costitutivo del “Comitato Nazionale Ippico”, Strumento col quale sarebbe opportuno poter interloquire. Infatti, fra i motivi che hanno portato il sistema italiano del cavallo sportivo allo sfacelo ci sono proprio la mancanza di limpidezza, le categorie rappresentate in modo fittizio, confusione dei ruoli ed altro. A noi allevatori dell’anglo arabo interessa uscire dalla crisi e continueremo a collaborare con l’U.N.I.R.E., con quanti hanno veramente a cuore e credono nel cavallo italiano e con Lei, Signor Ministro, senza personalismi e per il bene comune.
“Se non saremo ascoltati e qualcuno pensasse in questo modo di stancarci, è garantito che venderemo cara la pelle nostra e del nostro anglo arabo, animale docile, resistente e versatile che ha nelle corse in piano e ad ostacoli, nel completo d’equitazione e nell’endurance, i suoi punti di forza e può, con i suoi Derivati, aumentare la capacità di saltare sempre più in alto, ridando lustro anche al salto ostacoli italiano, con cavalli che sono realmente nati ed allevati in Italia e non prodotti in altre pur rispettabili nazioni che non hanno certamente la necessità dei supporti italiani per promuovere la propria ippicoltura. La nostra speranza è che ci sia finalmente chiarezza d’intenti, capacità di dialogo vero nel rispetto dei ruoli e da parte di chi, come Lei ne è deputato, la capacità di ricreare condizioni per un rilancio vero del settore”.


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