Anacaad al Ministro: gli allevatori sono allo stremo

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo “Illustrissimi Presidenti e signor Ministro,
signore/signori che vi interessate a vario titolo dei problemi della nostra Italia e, nel particolare, siete interessati per missione, per lavoro, per amore o solo per dovere civico, al nostro amico cavallo, amico anche di tanti che neppure si rendono conto della sua importanza.
Considerata la situazione, dopo oltre un anno, quindi, riteniamo essenziale ricorrere ad un’altra lettera aperta per riportare/portare alla Vostra attenzione la situazione drammatica che sta vivendo l’ippica e più in generale l’ippicoltura italiana, ad iniziare dall’allevamento del cavallo.
Qualcuno dirà che ci sono problemi più importanti ed in una visione prettamente settoriale della società in cui viviamo, come dargli torto!
Non crediamo però giusto porre le problematiche del settore ippico al di fuori del contesto generale, con la necessità impellente di avere una classe politica sempre più attiva nel contribuire a creare opportunità di lavoro. Il lavoro, non lo diciamo noi ma ne siamo convinti, è “conditio sine qua non” per un effettivo e tanto auspicato cambiamento che stimoli la coesione sociale, ridimensionando anche il disagio giovanile.
Il cavallo dell’ippica e degli sport equestri è un promotore sociale ed economico formidabile e, se nel nostro paese si riuscissero a ricreare le condizioni per una filiera equilibrata, sarebbe più semplice per tutti capirne l’importanza.
L’ANACAAD, da 13 anni sta perseguendo, tra gli altri, questi scopi:

•per statuto e missione, la tutela del cavallo Anglo Arabo italiano e a tal proposito ringraziamo il MiPAAF per il Decreto Ministeriale n°90900 del 06/12/2016, che dal 2017 permette agli allevatori italiani di iscrivere i Derivati fino al 12,50% di sangue arabo nel Libro Genealogico del cavallo Anglo Arabo.
•Per dovere morale, cercare di far capire a tutti e particolarmente alle persone delle istituzioni nazionali, regionali e di settore l’importanza di un “Organismo di Gestione” che possa, facendo tesoro della straordinaria storia del cavallo italiano e degli errori del passato anche recentissimo, aiutare concretamente la rinascita del vero allevamento italiano del cavallo sportivo ed una gestione oculata del settore ippico-equestre.

Fino ad oggi, nonostante le linee d’indirizzo parlamentari nella LEGGE 28 luglio 2016 n. 154 anche per la proroga del termine per l’esercizio di deleghe legislative, non abbiamo contezza dello stato dell’arte rispetto “all’Organismo di Gestione” e, quindi, al futuro prossimo di un settore ippico sempre più vicino al tracollo. Settembre è vicino e, pur conservando la speranza di giuste decisioni da parte del Governo, siamo preoccupati per aver perso un altro anno e, di questo passo, se ne perderà un altro ancora.

Andando avanti così, senza nessuna possibilità di programmazione, sarà arduo tenere in piedi un allevamento italiano degno dei fasti del passato ippico equestre del nostro paese. Oltretutto, considerate le problematiche dell’anagrafe equina, gestita diversamente di quella bovina, ovi-caprina e suina, è difficile avere un realistico censimento del patrimonio equino italiano. Per risolvere la situazione basterebbe un decreto interministeriale, per cui Il Servizio Veterinario delle ASL certifichi l’iscrizione nella BDN, provvedendo all’inserimento di tutti i cavalli al momento presenti nel territorio di competenza ed attribuendoli al legittimo proprietario. Oppure, in via transitoria nel caso non fosse possibile individuare subito il proprietario, al detentore temporaneo responsabile. Quest’azione, che per il completamento richiede pochi mesi e nessun aggravio per la finanza pubblica, aiuterebbe a capire meglio la situazione e sarebbe la base di partenza per programmare al meglio il futuro di tutto il settore ippico equestre.
La situazione, come continuamente evidenziano altri attori del sistema ippico equestre italiano, è davvero drammatica ed ha necessità di fatti concreti, coerenti e rapidi, da parte delle istituzioni preposte.
Con la speranza, sempre viva, che ognuno voglia esprimere positivamente la responsabilità insita nel ruolo ricoperto, auspichiamo azioni favorevoli ad una nuova “RINASCITA dell’ippicoltura” nell’interesse di tutti noi e, quindi, anche Vostro. Distinti saluti.


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