Cavallo da sella, appello degli allevatori a Zaia

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L’ANACAAD (Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Anglo Arabo e Derivati), presieduta da Mario Cossu, ha inviato al neo-ministro dell’agricoltura Luca Zaia, e per conoscenza all’Unire, la seguente lettera: “L’Anacaad chiede di essere ricevuta ed ascoltata, anche assieme a quanti hanno titolo, in relazione alle problematiche riguardanti il settore del cavallo da sella italiano, di cui l’Anglo Arabo ed i suoi derivati sono parte rilevante per qualità e quantità.
“L’Anacaad., dotata di personalità giuridica, membro associato della Conferenza Internazionale dell’Anglo Arabo e componente della Commissione Tecnica Centrale del Libro Genealogico del Cavallo da sella italiano, continua a manifestare grande preoccupazione per la grave crisi in cui versa il settore e conferma la necessità inderogabile di una seria programmazione negoziata tra l’Unire e le parti pubbliche e private interessate, per l’attuazione degli interventi essenziali ad un reale sviluppo dell’allevamento italiano.
“La grande preoccupazione deriva dalla cronica percezione di un comparto per il quale non esiste da troppi anni una seria e razionale programmazione di lungo periodo e sul quale l’occasionalità degli interventi non consente, a nessuno degli operatori, di agire per una politica produttiva seria e motivata.
“E’ giusto riconoscere, a Paolo De Castro e ai suoi collaboratori, l’impegno per cercare di far uscire il comparto da un troppo lungo periodo di mortificazioni e di scelte estemporanee. 
“Infatti, dopo prolungate fasi di commissariamento dell’ente tecnico nazionale, sono stati nominati i nuovi organi dell’Unire che leggono per conoscenza e che possono adeguare la struttura, motivare le valenti risorse umane, impegnarsi affinché l’Unione Nazionale Incremento Razze Equine possa divenire veramente il promotore del miglioramento qualitativo e quantitativo del cavallo italiano da competizione e da sella, com’è peraltro previsto da norme di legge.

“NATURALMENTE è opportuno che le forze politiche non continuino a vedere l’Unire come un caso difficile e/o un mero centro di potere di parte.
“Invero, non può esserci sviluppo se si continuerà a gestire il comparto equino in una situazione di continua emergenza, nonostante sia ben noto quanto il cavallo, quello sportivo in particolare, produce in termini d’occupazione e d’indotto, costituendo reddito per il privato e per l’erario.
“La condizione attuale, spesso invischiata in avvilenti burocratismi, sta producendo notevoli danni soprattutto agli allevatori e senza una coraggiosa inversione di tendenza, presto porterà ad un aggravamento della crisi economica ed occupazionale che penalizzerà ulteriormente il comparto agro-zootecnico, ma anche quei settori dell’artigianato, industria, terziario ed alcune professioni che del comparto equino costituiscono parte integrante e dallo stesso traggono energia e sostentamento.  
“Occorre, quindi, una forte, autorevole, adeguata strategia politica per il settore del cavallo da sella italiano e serve la partecipazione e la rappresentanza di chi conosce problemi e punti di forza.
“Gli allevatori dell’Anacaad, che vogliono tutelare, incrementare, migliorare una razza che vanta oltre 130 anni di storia e di risultati sportivi importantissimi, ritengono indispensabile ed urgente la costituzione di un Tavolo di crisi, dove possano confrontarsi, nella ricerca di una soluzione condivisa e condivisibile, i rappresentanti delle diverse categorie dell’Allevamento nazionale, dell’Unire e del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.
“Questo Tavolo può costituire la naturale sede di concertazione per favorire lo sviluppo coordinato e, quindi, la competitività nel settore del cavallo da sella italiano. Tale consesso dovrebbe ricevere la delega di restituire la dignità e il rilievo che merita ad una parte importante dell’Allevamento Italiano”.


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