Cavallo Sportivo, l’ANACAAD vuole regole chiare

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MARIO COSSU presidente dell’ANACAAD (Associazione Nazionale Allevatori Cavallo Anglo Arabo e Derivati) ha inviato al ministro Luca Zaia, all’UNIRE e alla Conferenza Stato Regioni la seguente lettera:
“Dal 29 marzo 2007, data della lettera aperta indirizzata alle categorie del settore ippico dall’allora Ministro delle Politiche Agricole della Repubblica italiana Paolo De Castro, sono ormai trascorsi quasi tre anni: anni di speranza benché difficilissimi per gli allevatori e i proprietari di cavalli sportivi, di quelle persone che, nonostante la crisi e lo sciopero, non hanno smesso di contribuire al sostegno del settore, continuando in un’attività coraggiosa e non esente da grosse incognite anche in condizioni di sistema produttivo normale. L’A.N.A.C.A.A.D., associazione di razza, è intervenuta tantissime volte per difendere allevamento e allevatori del cavallo italiano da sella, di cui fa parte l’anglo arabo con i suoi derivati, sempre con spirito costruttivo.
“Ringraziamo il Ministero delle Politiche Agricole, l’U.N.I.R.E. e quanti ci hanno aiutato nell’intento di fare chiarezza in un comparto alla deriva. Com’è noto ai più, grazie al Ministro Luca Zaia e ad un apposito Gruppo di lavoro, nominato dallo stesso Ministro, si è avuto uno scambio d’opinioni, anche a distanza, fra le Istituzioni, le categorie ippiche ed altri soggetti interessati, che hanno portato alla stesura di un documento definito “Linee d’indirizzo strategico per il rilancio dell’ippica italiana”. Oggi, quindi, possiamo affermare che le problematiche si stanno sempre di più schiarendo, ma alcuni non hanno ancora chiarito cosa vogliono essere e, soprattutto, cosa intendono rappresentare nell’ambito della filiera ippica – equestre; da tanti secoli è risaputo, però, che non si possono servire bene due padroni.
“E’ indispensabile, quindi, uscire dall’ambiguità e riteniamo mera utopia la creazione di un organismo unico degli operatori ippici, che possa al momento rappresentare tutti equamente. La realizzazione di un organismo di questo tipo richiederebbe un complesso di regole che possano permettere un’attività democratica e non pletorica. Pensiamo, quindi, che quest’aspetto del piano strategico per il rilancio dell’ippica debba essere approfondito, dibattuto democraticamente, proprio per non incorrere nei medesimi errori del passato.
“L’U.N.I.R.E. ed il montepremi, sono due aspetti fondamentali per l’efficienza del sistema ippico – equestre.  
“Il rilancio del settore ha necessità di una struttura istituzionale, l’U.N.I.R.E., riconosciuta da tutti, per i compiti ed i ruoli che le sono e/o le saranno attribuiti, affinché possa interagire con autorevolezza, in modo costruttivo, con gli interlocutori istituzionali e con le categorie professionali. Tale interazione deve essere garantita, nell’interesse di tutti, con regole semplici e chiare. La semplificazione delle norme, in un sistema complesso come l’ippico – equestre, è un valore aggiunto per favorire la legalità, che può essere meglio preservata con un’anagrafe equina più funzionale.
L’importanza della certezza del montepremi è un fatto talmente intuitivo e imprescindibile, da essere una condizione senza la quale non si possono allevare cavalli sportivi.
“L’A.N.A.C.A.A.D. invita le Autorità in indirizzo a porre particolare attenzione alle problematiche in questione, in quanto la realtà non sempre viene descritta in modo autentico ed è importante ascoltare tutti e non solo chi parla più forte. La strada intrapresa a livello nazionale ci sembra quella giusta, è irta d’ostacoli ma, se lo Stato continuerà a fare la sua parte e cioè a creare condizioni per poter produrre, molti allevatori e proprietari non rinunceranno alla loro “scommessa”: il cavallo sportivo di qualità”.


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